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gaetano Salvemini
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La libertà inquieta

La libertà inquieta. Ciclo di incontri presso  il Museo Diffuso della Resistenza (Corso Valdocco 4/a)

Nel 2015 si celebrano due ricorrenze significative, che rievocano due passaggi fondamentali nella costruzione dell’identità nazionale: il centenario della Grande guerra, con l’ingresso dell’Italia nel conflitto, e il settantesimo della Liberazione dal giogo nazista e fascista. Di fatto, il periodo che va dal 24 maggio 1915 al 25 aprile 1945 - trent’anni attraversati da due guerre mondiali, da una durissima dittatura, ma anche da una sottile contrapposizione civile, ripropostasi in più di una circostanza e in diversi episodi, in quanto parte di un più ampio conflitto ideologico, a volte frontale, celebratosi in tutto il Continente - segna la transizione del nostro Paese dall’Italia liberale a quella fascista per giungere all’attuale configurazione repubblicana e democratica. Riflettere sui nodi, storici e storiografici, ma anche culturali ed umani, che tale periodo raccoglie e richiama, implica l’interrogarsi sull’Italia di oggi, su cosa essa sia divenuta e su quali siano gli elementi critici di un’identità nazionale a tratti ancora incompiuta.

Mercoledì 8 aprile ore 18

Il «radioso maggio» e le trincee crepuscolari

Claudio Vercelli in dialogo con Marco Brunazzi

Una riflessione sull’interventismo, democratico e nazionalista, sulle aspettative italiane, ma anche degli altri belligeranti. La guerra, presentata dalla propaganda come “liberazione” dalle servitù di un’Europa oramai ripiegata su di sé, si sarebbe presto rivelata nella sua tragica natura di evento catastrofico, in cui alle attese di emancipazione si sostituisce la tragica realtà di un cataclisma destinato a distruggere un’intera generazione.

Mercoledì 15 aprile ore 18

Oltre la «bella morte», a cercare la primavera della libertà

Claudio Vercelli in dialogo con Marco Brunazzi

Alla mitografia declinante del neofascismo repubblicano, basata sull’esaltazione della morte come prova di virilismo, la Resistenza contrappose l’idea della vita come conquista della libertà. Anche da ciò il 25 aprile come «Liberazione»: non solo dall’occupazione militare ma anche da un’idea di subalternità che già era stata propria dell’Italia liberale, nel suo intenso classismo, e poi recuperata dal Regime mussoliniano. Cosa ci dice, oggi, quella suggestione così profonda?

Giovedì 30 aprile ore 18

Il lungo cammino delle donne verso la conquista della libertà

Donatella Sasso in dialogo con Claudio Vercelli e Marco Brunazzi

Nella rigida impostazione della società fascista il ruolo tradizionale della donna diventa ruolo sociale per eccellenza. L’inquadramento nelle file delle Giovani italiane non prefigura però una partecipazione pubblica, ma è rappresentazione di un ordine rigido. È con la Resistenza e i movimenti politici femminili che finalmente si apre la lunga strada verso la conquista dei diritti e delle libertà, passando attraverso la concessione del diritto di voto.

In allegato la locandina

Gli incontri sono promossi e organizzati dall’Istituto di studi storici Salvemini - partner del Polo del '900

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